Agrodolce il sapore di questa mia prima trasferta.
Un viaggio particolarmente massacrante, una notte insonne ed un'ugola ormai a pezzi
(magari c'avessi avuto anch'io il megafono).
Di compenso però, le tante risate, le storie ed avventure di chi ha un'esperienza nel campo decennale, le lezioni sul cinema porno dello zio Mark, ma soprattutto la presenza degli insostituibili Davide e Stefano ai quali rivolgo un sentito ringraziamento per la compagnia e per aver condiviso con me questa particolare esperienza.
L'arrivo al Paladozza è stato un pò difficoltoso, avremmo sbagliato strada un paio di volte. L'ingresso sugli spalti poi è stato ancora peggio a causa della storia dello striscione di Stefano, troppo offensiva la frase "vi freddiamo noi", secondo la polizia era meglio "spegniamo noi i vostri bollori"
xx64 ...nelle miniere dovrebbero mandarli a questi.
L'impatto con l'interno del palazzetto è stato veramente notevole, una grande emozione, mi tremavano le gambe tant'è vero che ho rischiato di farmi tutta la curva rotolando sui fianchi se non fosse stato per Davide che m'ha preso al volo (grazie anche anche per questo high
).
"Salutiamo la Fortitudo" e loro ringraziano applaudendoci, una bella armonia inizialmente (anche se riuscire a farsi sentire al Paladozza è veramente difficile), fino all'ottavo minuto. Il terzo fallo di sfondamento chiamato a Greer ha scatenato l'inferno. zz16
Il coro di Napoli sarà stato un pò forte probabilmente, ma le provocazioni dei "signori" della tribuna bolognese erano del tutto fuori luogo ed inopportune visto il clima che si stava creando. E' stato un continuo prenderci in giro da parte di tutti i tifosi fortitudini. Un continuo protestare contro arbitri e giocatori.
Poi il finale... triste, molto triste. Dopo tutti gli ostacoli superati fino a quel momento, perdere per una tripla fortunata ad un secondo dalla fine è stata un pò una beffa.
Sul pullman, durante il viaggio del ritorno, il sentimento che regnava era la rabbia. Contro i fortitudini, contro la loro ipocrisia e gli ignobili gesti accaduti "dietro le quinte" di uno spettacolo che tutto sommato ci ha regalato un'altra grandissima emozione.
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Ciò che non ci uccide ci rende più forti.